social media, biciclette, viaggi e altre robe che scrivo qui per non fermare la gente per strada e raccontargliele, come i matti. newsletter Polpette a vanz.substack.com
Nelle Polpette sotto l’albero trovi i prodotti consigliati dalla newsletter Polpette per fari un regalo, risolvere un problema, semplificare la tua vita o quella della persona a cui li regalerai.
Tecnologia, audio, cucina, abbigliamento, scarpe, bicicletta, dotazione tecnologica per la tua casa: 30 prodotti utili, innovativi, funzionali provati dal vanz.
Cosa posso guardare stasera? Che film ho voglia di vedere? Come trovare film e serie da vedere sui servizi di streaming.
Sono le Grandi Domande davanti alle quali ci ritroviamo ogni volta che prendiamo in mano il telecomando. Non importa quanto ne sai di cinema, non importa quanto te ne intendi di Internet, non importa quanti abbonamenti a servizi di streaming hai: le Grandi Domande ti perseguiteranno ogni sera.
Anzi si potrebbe dire che più scelta hai, peggio è: “stasera parto da Netflix o da Prime video? Dove trovo qualcosa che mi va di vedere, su RaiPlay o su Mubi”?
Questo post cerca di darti alcuni strumenti per razionalizzare le tue scelte in termini di cinema in TV, e evitarti il più possibile di fare scelte sbagliate e buttare tempo con film che non ti piacciono.
(Occhio che non è magia e non è una scienza esatta: se non sai cosa vuoi e cosa ti piace è difficile che trovi qualcosa che ti piace :)
Partiamo da tre domande, a cui cerchiamo con questo post di rispondere, o meglio darti strumenti per rispondere:
QUALI SONO I MIGLIORI FILM DISPONIBILI IN STREAMING? CHE FILM POSSO VEDERE STASERA? DOVE LO TROVO?
Alla fine del post aggiungeremo una quarta domanda che vale per tutte le stagioni: QUALI SONO I MIGLIORI FILM PER DECENNIO E DI TUTTI I TEMPI?
I MIGLIORI FILM DISPONIBILI IN STREAMING
Cosa significa “migliore”? Significa “quali sono i film più visti e apprezzati di questo momento dagli spettatori dei servizi di streaming?” oppure “quali sono i film che piaceranno a me?”
Ci sono alcuni siti gratuiti che permettono di rispondere a entrambe le domande:
JUSTWATCH è un servizio di disponibilità di film che (se ti registri e rispondi a una serie di domande su film che ti sono piaciuti) ti propone in home page alcuni film che potrebbero piacerti SULLE PIATTAFORME CHE HAI A DISPOZIONE.
Occhio che devi prima selezionare i servizi che vuoi attivare cliccando sul + in grigio su sfondo nero (non è visibilissimo).
JUSTWATCH ha anche una sezione “novità” (gli ultimi film che sono stati messi a disposizione per piattaforma), una “più visti” (ordinabili per popolarità, tendenze recenti, ordina alfabetico, anno di distribuzione e per popolarità su The Movie Data Base e su Internet Movie Data Base (il famoso IMDB, il più completo e famoso database di film esistente, di proprietà Amazon).
IO USO JUSTWATCH PER: Scoprire gli ultimi film pubblicati su Netflix e Prime Video, Mubi e RaiPlay, e scoprire i film di tendenza su Netflix e Prime. Inoltre tengo qui la mia watchlist di film che voglio vedere in futuro.
Inoltre JUSTWATCH ha appena introdotto una funzione di avanzamento, e ora può tenere traccia dell’ultimo episodio che hai visto di una data serie TV (naturalmente devi aggiornarlo a mano sul sito o sull’app: non è mica magia).
SCOPRIRE FILM CHE TI PIACCIONO Ma la promessa principale di JUSTWATCH e in modo simile anche TASTEDIVE è, una volta registrata e indicate le tue preferenze, di ricevere suggerimenti su film simili a quelli che ti sono piaciuti. Molto utile. JUSTWATCH ha il vantaggio di dirti dove li puoi trovare, mentre TASTEDIVE no.
E’ un servizio di recensioni di film visti su base social: è possibile tenere traccia dei film visti assegnandovi un voto da 1 a 5 stelle, e scrivere la propria recensione. Ha inoltre una funzione di watchlist e, a differenza della maggior parte degli altri servizi, una funzione di social networking che trovo molto utile per seguire le visioni e recensioni dei miei amici che se ne intendono. Per esempio se vuoi opinioni di qualità sui film puoi seguire, oltre ai miei rating, le visioni e recensioni di Alberto, di Daniela e di Francesco.
IO USO LETTERBOXD PER: Votare i film visti, scrivere recensioni brevi, scoprire i film che sono piaciuti agli amici, tenere una ulteriore watchlist.
Anche Letterboxd ha un motore di ricerca che funziona per anno, rating, popolarità, genere e una scelta di criteri piuttosto completi.
GLI AGGREGATORI DI RECENSIONI
Rotten Tomatoes, Metacritic, Criticker e la funzione Moviemeter di IMDB sono servizi che permettono alle persone (soprattutto nei mercati di lingua inglese) di esprimere giudizi e scrivere recensioni dei film visti. Per la loro globalità e per il numero di utenti sono particolarmente utili ad avere dei trend globali
IO USO: ROTTEN TOMATOESper avere un’idea della qualità percepita di un film (da parte di un pubblico USA particolarmente sensibile al cinema d’autore internazionale) e per scoprire gli ultimi film usciti in streaming in base a un giudizio medio di qualità (“certified fresh”)
METACRITIC per una panoramica degli ultimi film usciti in sala e per scoprire i film più votati di un dato anno: qui il 2021.
QUALI SONO I FILM SIMILI A UNO CHE MI E’ PIACIUTO?
Su un piano più amatoriale ma forse ancora più intrigante c’è la MOVIE MAP di GNOD, ingegnoso sistema di mappatura per prossimità che ti consente di visualizzare un grafico a nuvola di film simili a partire da un titolo di partenza. Funziona anche sui libri e sulla musica. E’ online da tantissimo tempo, ed è realizzato da Marek Gibney.
CINETRII funziona in modo simile: digiti il titolo e scopri i film correlati (cioè che sono stati ispirati o hanno ispirato il film che hai inserito).
SEGUIRE LE SERIE TV FOLLOWSHOWS è un’app per smartphone che risponde a due domande principali: “che serie posso vedere”? E “qual è l’ultimo episodio di una serie che ho visto?”, che è utile se non usi un sistema di streaming che tiene traccia degli episodi. Essendo un’app di tracciamento è logico che sia basata su mobile.
I MIGLIORI FILM DI SEMPRE Se le tue curiosità sono più storiche e filologiche, ho fatto un’analisi per decennio dei film candidati agli Oscar più votati di 80 anni di cinema, dal 1940 al 2020.
Incrociando i voti di IMDB e Rotten Tomatoes, è risultata questa lista dei 20 film più apprezzati della storia:
The Godfather (Il padrino) – (9,5) 12 Angry Men (La parola ai giurati) – (9,45) The Godfather II (Il padrino – parte II) – (9,35) Schindler’s List – (9,3) Parasite – (9,25) Casablanca – (9,2) Witness for the Prosecution (Testimone d’accusa) – (9,2) Citizen Kane (Quarto potere) – (9,15) Goodfellas (Quei bravi ragazzi) – (9,15) The Shawshank Redemption (Le ali della libertà) – (9,15) The Treasure of the Sierra Madre (Il tesoro della Sierra Madre) – (9,1) The Heiress (L’ereditiera)- (9,1) Sunset Boulevard (Viale del tramonto) – (9,1) Dr. Strangelove (Il dottor Stranamore) – (9,1) Apocalypse Now (Apocalypse Now) – (9,1) (qui la versione Redux da 3h 15’) The Silence of the Lambs (Il silenzio degli innocenti) – (9,1) Lord of the Rings: The Two Towers (Il Signore degli Anelli Le due torri) – (9,1) Lord of the Rings: The Return of the King (Signore degli Anelli Il ritorno del re) – (9,1) Rebecca (Rebecca – La prima moglie) – (9,05) All About Eve (Eva contro Eva) – (9,05)
“ecco le polpette della settimana” è qui scritto in lingua araba, la quinta più parlata al mondo e lingua di maggioranza in Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Kuwait, Iraq, Libano, Libia, Marocco, Mauritania, Oman, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Palestina, Yemen.
diversi di questi paesi sono mete turistiche che offrono strutture e servizi di lusso, spesso costruiti e forniti facendo uso di manodopera immigrata, di solito illegalmente, da Bangladesh, Pakistan, India, così da tenerla sotto ricatto in condizioni di povertà e sottomissione sociale, politica, umana. chiunque sia stato in Arabia Saudita, negli Emirati Arabi, in Qatar, Kuwait o in Bahrein non può non averlo visto. una forma residua di schiavitù di fatto che resiste ancora nel 21° secolo.
এখানে সপ্তাহের মাংসবোলগুলি দেওয়া হচ্ছে, یہاں ہفتے کے میٹ بالز ہیں, यहाँ सप्ताह के मीटबॉल हैं
(“ecco le polpette della settimana” in bengalese, urdu e hindi)
le polpette della settimana sono le due principali famiglie di polpette del mondo arabo e mediorientale/nordafricano/euroasiatico: le kofta e i falafel: di carne (spesso agnello) le prime, di ceci i secondi. entrambe ottime servite con lo yogurt.
segue la tua razione settimanale di polpette, come da disposizioni vigenti della Protezione Civile:
quanto è veramente sicuro cenare al ristorante?
avevo terminato le Polpette scorse con l’invito a non andare al ristorante, e ti devo una spiegazione. mi aiutano a darla questi 4 scenari di diversa sicurezza: chiaro che all’interno in un ristorante piccolo è un no, ma anche in un dehors esterno chiuso non cambia molto. e di sicuro è meglio non usare i bagni.soprattutto considerando questo caso di contagio in un ristorante coreano, avvenuto in soli 5′ a 6,5 metri di distanza.
come calcolare il livello di rischio di un ambiente chiuso
visto che sta cosa non è finita e non lo sarà ancora per un po’, sempre varianti e mutazioni permettendo, cominciano a essere disponibili i tool per calcolare il livello di rischio dei locali chiusi (uffici, aule, Capodanno a casa di amici, ecc.).
i 10 technological breakthrough del 2020 secondo il MIT
il MIT, che non devo certo dirti io cos’è, ha fatto una selezione delle 10 nuove tecnologie più importanti del 2020, un pezzo che può essere utile per mettersi al pari dello stato dell’evoluzione tecnologica, eccole spiegate qui.
il riciclaggio della plastica non è la soluzione al problema che pensiamo che sia
un video MOLTO istruttivo, che spiega come l’intero modello del riciclaggio dei rifiuti sia servito all’industria della plastica per fornire un alibi morale al consumatore, e poter continuare a produrre migliaia di tonnellate di plastiche che non è affatto conveniente riciclare, e in gran parte finiscono in discariche (fino a due anni fa in Cina, ora ce le mangiamo noi).https://www.youtube-nocookie.com/embed/KXRtNwUju5g?rel=0&autoplay=0&showinfo=0
a questo proposito: il peso delle cose prodotte dall’uomo ha superato il peso di tutti gli esseri animali e vegetali
il modo in cui alleviamo gli animali (sì, anche in Occidente) non ci dà buone speranze di evitare una nuova zoonosi. che anzi potenzialmente c’è già, ha la sigla H5N8, è una variazione dell’aviaria H5N1 che qualche anno fa abbiamo avuto il culo di riuscire a bloccare subito (ma aveva una mortalità del 60%, mentre SARS-CoV-2 è attorno all’1%) e può emergere in ogni momento.
qui ci starebbe una riflessione su una società che si dice laica ma è basata sul culto della Tecnologia, e invece di sistemare gli squilibri risolvendone le cause si affida a soluzioni tecnologiche, che spesso invece di risolvere il problema ci mettono una pezza a colori.
e così aspettiamo, con una sorta di pensiero magico, che la tecnica trovi il modo di far sparire la CO2 che immettiamo nell’aria, di permetterci di continuare a buttare in mare mezzo chilo di plastica a testa a settimana o, grazie ai vaccini, di tornare esattamente alla vita che facevamo prima, a andare con un’auto a testa in ufficio tutti i giorni, quando era proprio quello stile di vita la causa del problema. ma siamo fatti così, preferiamo l’antidolorifico.
il climate change sta scongelando il permafrost e in Russia sono contentoni
perché per loro significa semplicemente molta più terra da coltivare, con l’obiettivo di strappare agli USA il ruolo di superpotenza della produzione di cibo nel 21mo/22mo secolo (fino a oggi buona parte del paese era gelata per 8-10 mesi l’anno). bel pezzo di ProPublica.
un’AI ha pilotato un caccia da guerra decidendo in autonomia i propri obiettivi
non so abbastanza di AI per dire su che grado della scala di SCARY sia questa notizia, quindi te la metto qui. a me sembra parecchio scary ma che ne so.
bastano 11-35′ di camminata di buon passo per ottenere effetti positivi per la salute
non c’è bisogno di correre la maratona e neanche i 10K: secondo uno studio bastano una decina di minuti di passeggio a passo svelto per avere effetti sulla salute e sulla longevità. 35′ sono la durata ideale che è anche alla portata di tutti.
Alexa sente i tasti che pigi sul cellulare
3 scienziati sono riusciti a ricostruire le password digitate sulla tastiera di uno smartphone analizzando l’audio registrato dai microfoni di Alexa in stato di standby. la tecnica rientra nel campo degli attacchi di sicurezza remote keyboard-inference, tra cui anche tecnologie che captano le emissioni elettromagnetiche dei diversi tasti di una tastiera (ne riparleremo).
che in realtà la lista l’hanno fatta Sasha e Malia, e lo si capisce da quella coolness tipica dei tween che l’ex Prez, per quanto adult-cool, non ha e può soltanto millantare. (a parte la fugace presenza, probabilmente negoziata, di Springsteen e Dylan, voglio dire).
“Sasha’s more protective of her music. There’s certain things on SoundCloud — she has, like, a private playlist. She won’t share all of it with me because she’s not sure I’m hip enough to handle it.”
a proposito di musica, un’ottima estensione per Chrome
il mio dubbio è di sicurezza: è sviluppata da un russo, ma da qualche giorno linka a un fantomatico sito inesistente, quindi se la installi controlla bene i permessi, e comunque I take no responsibility.
scary but cool: come nasce un’ape
i Grandi Laghi degli USA (Superior, Michigan, Huron, Erie, Ontario) sovraimposti all’Europa
immagine della testata disegnata da olllikeballoon
la scrittura di questa newsletter avviene abitualmente in modalità carbon-free, con il 100% di energia rinnovabile e socialmente sostenibile fornita da ènostra.
“ecco le polpette della settimana” è scritto in coreano perché oggi parliamo del kimchia partire da un pezzo dedicatogli dal NYTimes. il kimchi è un piatto tradizionale coreano a base di verdure fermentate (cavolo rapa e ravanelli) con spezie (peperoncino in polvere, scalogno, rafano, aglio e zenzero) e salsa di pesce o di frutti di mare. in Corea si consumano 18kg di kimchi pro capite all’anno (al sud, immagino). qui c’è la ricetta, o meglio la preparazione visto che non è cucinato ma marinato, cioè cotto chimicamente.
poi se vuoi puoi fare le polpette di kimchi, che il sito sostiene essere probiotiche, quindi adatte a combattere le infezioni da funghi come la candidosi. vah che utili ste Polpette!
le due Coree insieme hanno 77 milioni di abitanti. Seoul, 10 milioni, è a soli 23 km dal confine con la Corea del Nord.
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come sarebbe l’aria se tutte le auto fossero elettriche l’ho già linkato ma vale la pena di ricordarlo con una pratica infografica:
le foreste cinesi assorbono la metà delle emissioni della Cina almeno secondo uno studio pubblicato su Nature (la news qui, lo studio qui)
è il risultato di “un’eccezionale opera di rimboschimento fortemente voluta dal governo cinese“, e sarebbe bello se la fortemente volessero tutti i governi del mondo. (in other news, piantare alberi non basta: vanno ridotte drasticamente le emissioni).
lo strumento di Google che dice a alle città dove piantare gli alberi …per esempio si potrebbe partire da Environmental Insights Explore di Google, uno strumento di mapping in grado di evidenziare le aree delle città che beneficerebbero maggiormente di piantumazione, per abbassare i picchi di temperatura della città.
capire bene COVID-19, le sue dinamiche, perché è così efficace aiuta a farlo questo pezzo di Nicholas Christakis sull’Economist, che siccome è sotto paywall, ti linko anche su Outliner (se funziona). SARS-CoV-2 ha un paio di caratteristiche peculiari che lo differenziano dagli altri coronavirus e se non le avesse avute sarebbe stato molto meno letale. sfiga. è andata così.
CRISPR per distruggere le cellule del cancro non conosco l’autorevolezza della testata ma visto il tema linko lo stesso questo paper dell’Università di tel Aviv secondo cui sarebbe possibile distruggere le cellule metastatiche del cancro usando CRISPR/Cas9, il “bisturi genetico” (ugh) che consente di manipolare i geni.
i posti più freddi in cui si può andare in vacanza secondo Lonely Planet sono Ilulissat in Groenlandia, Inuvik in Canada, Yakutsk in Russia (che sarebbe la città più fredda del mondo: scende regolarmente sotto i -50°), Ulaanbaatar in Mongolia e i poli sud (il Ceremonial Pole e il Polo geografico) raggiungibili in volo da Punta Arenas in Cile.
Medieval Visions Of Hell, Satan, Demons And Cabbalistic Signs From A 1775 Compendium Of Horrors è delizioso, e che te lo traduco a fare? (via Pietro Izzo)
dormire bene e molto allunga la vita (doh) gli adulti che dormono almeno 7-8 ore per notte di sonno ininterrotto avrebbero il 42% in meno di rischio cardiovascolari rispetto a chi dorme male. studio cinese pubblicato da Circulation.
la distribuzione geografica del manto delle giraffe
la Macropinna microstoma ha la testa trasparenteoceans247A post shared by OCEANS 24/7 (@oceans247)
le migliori serie TV del 21mo secolo si può non essere d’accordo sull’ordine, ma direi che ci sono tutte. un’ottima lista da cui scegliere senza rischio di delusioni. al primo posto (ovvio), the Wire.
prodottino della settimana: Kryptonite Mini Evolution 5bici nuova, serve un lucchetto nuovo (ricorda che le bici dovrebbero essere assicurate con un lucchetto che costi almeno il 10% del loro valore). quest’anno la scelta è andata sul Mini Evolution 5, la soluzione Kryptonite più accessibile tra quelle con sicurezza almeno 7/10 (a seconda della zona in cui lasci la bici, qui sotto la tabella). ha il supporto per agganciarlo al telaio. incluso un anno di assicurazione della bici e sostituzione delle chiavi.
il New York Fahgetaboutit è più sicuro (9/10) ma costa un botto, se puoi permettertelo prendi quello.
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una newsletter che se la canta, se la suona e se la tira
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il kufta (anche kofta o kofte, dall’arabo كفتة, in Urdu کوفتہ) è una polpetta speziata e cotta nel sugo. di solito è di agnello, a volte suino o vitello tritati e mescolati con riso, bulgur, verdure o uova. può anche essere vegetariana, come nel caso delle polpette della settimana courtesy of Dassana.
questa è ⓟolpette — la vanzletter n°73
इससप्ताहमीटबॉलहैं
“ecco le polpette di questa settimana” è scritto in hindi, che insieme all’inglese è la lingua ufficiale della Repubblica dell’India. oltre all’hindi, ci sono altre 21 lingue più o meno autoctone, tra cui bengalese, nepalese, punjabi, sanscrito, tamil e urdu, in pratica ogni stato (l’India è una federazione) ha la sua.
➡️ le mie wishlist di Amazon sono qui (https://www.amazon.it/hz/wishlist/ls/2YP3OAHZ8222K), se cerchi ispirazione per qualche acquisto 🛍️
(a scanso di equivoci: questo non è una sponsorizzazione: non ci guadagno un euro)
segue la tua razione settimanale di polpette, come da disposizioni vigenti della Protezione Civile:
– leggere quotidiani ed ebook gratis e legalmente – l’obesità accentua la mortalità (anche per Covid-19) – Trump vince? Trump perde? come seguire i sondaggi – cos’è il mansplaining, perché lo facciamo, perché dovremmo smettere – transgender: come parlare e scriverne correttamente – il microtuning diagnostico continuo migliorerà le nostre vite? – l’auto ibrida ha emissioni molto più alte di quanto si pensi – anche i comportamenti individuali servono per l’ambiente – l’aumento delle dimensioni delle auto – come ragionare (per quanto possibile) con i complottisti – togliere la propria casa da Google Street View (e perché) – secondo le Marche hanno un brillante futuro turistico – l’artista digitale: Marc Tudisco – le migliori VPN per Punto informatico – prodottino della settimana: il picchiamuri automatico antivicini – l’album jazz: Donald Byrd
leggere quotidiani ed ebook gratis e legalmente un sacco di gente sta a impazzire con Telegram per leggere ebook e quotidiani agratis, ma c’è un modo molto più semplice e persino legale: un sacco di bibilioteche italiane aderiscono a MLOL, piattaforma online che permette, con user e pw, di leggere su Pressreader i principali quotidiani italiani ed esteri, anche quelli sotto paywall.
secondo uno studio recente, il 77% dei 17.000 ricoverati per Covid negli USA erano sovrappeso o obesi (il che, va detto, è una condizione piuttosto diffusa negli USA).
Trump vince? Trump perde? come seguire i sondaggi
c’è la convinzione diffusa che “nel 2016 i sondaggi hanno sbagliato”, ma come fa notare Francesco Costa nel suo podcast, che è il momento di ascoltare, (https://www.dacostaacosta.net/2020/05/30/11-questi-maledetti-sondaggi/), i sondaggi ci hanno anche azzeccato, sul piano nazionale, ma nessuno è in grado di prevedere l’effetto a livello di singolo Stato del voto, che dipende da una serie di variabili impazzite come i collegi elettorali e che è quello che determina la vittoria o sconfitta finale.
in breve: non credete a chi vi dice che sa chi vincerà. però come puro esercizio di curiosità statistica, ci sono due siti che danno l’andamento della MEDIA dei sondaggi: FiveThirtyEight da seguire qui e qui e Real Clear Politics
cos’è il mansplaining, perché tutti noi maschi lo facciamo, perché dovremmo smettere
i maschi lo fanno tutti? sì. dovremmo smettere? sì. lo facciamo per cattiveria? nì: lo facciamo come pratica (inconscia, si spera) della nozione culturale implicita per cui le donne sono meno competenti degli uomini e che poiché il mondo è governato dalla Conoscenza del Maschio, la donna ha bisogno che il Mondo le sia spiegato dal Maschio.
detto così dubito che qualcuno possa rivendicarlo, eppure lo facciamo lo stesso. io lo faccio lo stesso, tu lo fai lo stesso. ed è difficilissimo smettere di farlo. (bonus points se la spiegazione è fatta in modo condiscendente, troppo semplificato o troppo sicuro di sé)
poi ci sono i mansplainer anche con i maschi, che io chiamo i Mappatori del Mondo. (io in questa newsletter, per esempio).
(nota di interesse: mansplaining è un portmanteau, ovvero un neologismo sincratico, un composto aplologico o una parola macedonia)
Transgender: come parlare e scriverne correttamente
in verità non è affatto complicato: verbi e aggettivi vanno declinati in base al genere che la persona ha scelto o verso cui sta transizionando e non a quello in cui è (sarebbe) nata. un uomo che è diventato donna o vuole diventare donna è una donna, e viceversa. fine.
se non mi credi, qui Wired e il Post fanno la spiega, in italiano.
puoi non essere d’accordo, ma ricorda che se non sei d’accordo il problema è tuo e non della Società.
microtuning diagnostico e analisi continue miglioreranno le nostre vite
questa è una roba tosta da spiegare e chi avesse risorse ulteriori mi farebbe un servizio a segnalarmele. parte da un tweet di Sundeep Peechu di Felicis venture, che dice
in pratica, se capisco bene, la frontiera dalla Salute Pubblica sta in un continuo monitoraggio, idealmente in tempo reale, dei dati fisiologici di ciascuno di noi (analisi del sangue e delle urine, pressione, battito, elsttrocardiogramma, ossigenazione, scansioni varie, tutto quello che si può misurare facilmente). questo processo consentirebbe di prevenire molte malattie prima che se ne verifichino i sintomi. però sul microtuning trovo pochissimo in Rete, tanto da dubitare che sia il nome corretto.
i misuratori personali indossabili (smartwatch e altri wearable) potrebbero avere un ruolo importante in questo processo.
l’auto ibrida ha emissioni molto più alte di quanto si pensi
i produttori di auto ibride sostengono che i loro modelli abbiano emissioni molto più basse di quelle che sono in realtà e qui, niente di nuovo visto che lo fanno anche con i motori termici.
il punto è: l’ibrida è una gran comodità ma non è una soluzione. l’unica soluzione per la riduzione di emissioni è l’auto elettrica POSTO che l’elettricità di cui si nutre sia prodotta in modo rinnovabile. e che le batterie siano prodotte/riciclate/smaltite in modo sostenibile, che è un altro problema.
però quella di un’auto elettrica è una scelta che ha un impatto reale sull’ambiente, così come installare i pannelli solari o usare un fornitore di energie SOLO rinnovabili (va letto l’energy mix sul sito del produttore). (io uso ènostra)
anche i comportamenti individuali servono per l’ambiente
c’è la nozione diffusa che solo la politica e l’industria possano effettuare azioni significative verso l’inversione del climate change. è un punto di vista diffuso, e che ci piace molto perché ci assolve dal dover compiere azioni nel nostro quotidiano.
nel corso dei decenni (ma soprattutto recentemente, col successo commerciale dei SUV), le dimensioni medie dell’automobile sono costantemente aumentate, e ora ci troviamo a guidare auto tropo grandi per noi, che uccidono di più, e sovradimensionate rispetto alle nostre strade. e che potrebbero consumare quindi inquinare meno.
come ragionare (per quanto possibile) con i complottisti
questo è un tema che richiede maggiore analisi che mi riprometto di fare, per adesso questo pezzo del NYT su come ragionare con i complottisti di Qanon (anche in famiglia) mette giù 3 punti importanti, che valgono anche per gli antivaxx e i complottisti nostrani:
1. parla sempre privatamente con la persona e chiedile di spiegarti meglio quello in cui crede, senza dibetterlo. dimostrale genuino interesse e apertura mentale.
2. esprimi empatia. riconosci che riesci a capire perché una persona possa avere dei dubbi su quello di cui ti sta parlando (politica, vaccini, ecc). sii sempre rispettoso e gentile, mai conflittuale o sarcastico.
3. invece di polemizzare, presenta fatti (con le fonti) che contraddicono quello che la persona sostiene. cerca di sottolineare l’incoerenza o la mancanza di logica delle sue affermazioni attraverso domande apparentemente sincere (se i governi avessero il vaccino per il COVID, che ragione avrebbero di subire un tracollo economico di questa portata? se lo avessero i privati, perché dovrebbero rinunciare al fatturato che genererebbe?)
su reddit c’è un gruppo di autoaiuto per parenti e amici di complottisti Q che si chiama QAnonCasualties e ha risorse utili.
4. se quanto sopra è impossibile, fai comunque capire alla persona che non la giudichi e che le vuoi bene anche se non siete d’accordo, per non alimentarne il vittimismo o la conflittualità
togliere la propria casa da Google Street View (e perché)
c’è una procedura semplice e rapida che consente di far rimuovere le immagini della propria casa da Street View. le ragioni per farlo possono essere diverse (dissidenti, vittime di violenza in famiglia, spacci droga in casa, ecc) ma è utile sapere che si può fare facilmente: basta andare sull’immagine in Street view, cliccare “Segnala un problema” in basso a destra, inquadrare la casa nel rettangolo e scegliere la voce giusta tra “Un volto, La mia casa, La mia auto/una targa di automobile, Un oggetto diverso”.
secondo Lonely Planet le Marche hanno un brillante futuro turistico, e anche secondo me
lo speciale Marche di Lonely Planet con una guida in pdf tutta da leggere. secondo me il turismo nelle Marche crescerà un bel po’ nei prossimi anni perché sono una regione sottovalutata. le Marfche da ieri sono guidare da un governatore di Fratelli d’Italia ma non si può avere tutto, in una regione.
l’artista digitale: Marc Tudisco
il solito mix di fisica impossibile, texture inesistenti, materiali bizzarri, movimenti assurdi che rende l’animation art digitale 3D così curiosa e repellente al tempo stesso.
Punto Informatico è uno storico magazine online italiano. si occupa di tecnologie dal 1996 con particolare attenzione all’Interwebs e ha dunque tutte le carte in regola per consigliarti una VPN, se stessi pensando di usarne una (per sicurezza, per privacy, per i contenuti esteri, per quelchetepare).
l’unico rischio è che si tratti di una potenziale marchetta, cioè una sponsorizzazione non dichiarata, ma PI è una testata seria e queste cose non le fa, giusto? purtroppo manca l’informazione più utile per la privacy, cioè a quale legislazione fa riferimento il paese in cui è situata la sede della VPN (che determina sde la società sia tenuta legalmente o meno a dare i tuoi dati di navigazione al tuo governo senza dirtelo).
prodottino della settimana: il picchiamuri automatico antivicini
ho trovato invece pratico, robusto e bello questo supporto per smartphone da bicicletta, che ti consiglio sì. certo è così bello che c’è il rischio che qualcuno che passa con una brugola in tasca sia tentato. orientabile a 360°.
l’album jazz: Donald Byrd
Donaldson Toussaint L’Ouverture Byrd II era un sessionman nato col bebop che negli anni 60 e 70 fece interessante sperimentazione funk e soul. a questo Black Byrd del 1973 sono sentimentalmente legato anche solo per la prima track, ipnotica ed aeronautica
Il paese dell’alcol di Mo Yan. nel paese di Jiuguo l’alcol, in tutte le sue forme, è lavoro, missione e scopo di vita: c’è addirittura un’Università dell’alcol e un festival in cui si consuma l’apprezzatissimo liquore di scimmia. Ma oltre alla distillazione, nel corso del romanzo si scoprono mille altre cose: come si catturano i nidi di rondine, come si cucinano piatti raffinati composti con organi sessuali di scimmia, come si prepara un bambino per essere cucinato.
l’ispettore di polizia di Pechino Ding Gouer, mandato a indagare su una misteriosa setta di mangiatori di bambini, scopre l’ossessione per i cibi raffinati ed esotici nella Cina profonda, le inconfessabili tradizioni locali, è coinvolto in sbronze colossali, esperienze extracorporee, incontra presenze e spiriti maligni, personaggi inquietanti e folli a cavallo tra realtà, leggenda e visioni da doposbornia. camioniste erotiche che potrebbero stare in un Russ Meyer, piccoli demoni rossi che diventano pifferai magici, asini spiritici che percorrono le strade nelle notti di luna piena.
un’opera a mosaico che al mio (grezzo) orecchio ha echi di Garcia Màrquez, Montalban, un tocco noir tra Chandler e Bukowski e il sapore di quei polizieschi sudamericani con antieroi perdenti tipo Soriano, Taibo, quel mood triste solitario y finàl lì. ma probabilmente stretcho l’analogia (pensa che mi ha persino ricordato il Maestro e Margherita, ma non lo dico perché BUM).
in ogni caso, un romanzo sbronzo: pirotecnico, caotico, inconcluso quanto inconoscibile è il paese che racconta, con momenti di follia e immaginifici, una carrellata vitale di situazioni e sottotrame, intessuta da una corrispondenza tra scrittori che ingloba un racconto autoconcluso in ogni capitolo.
Mo Yan ha ricevuto il Nobel per la letteratura nel 2012 ed è l’autore di Sorgo rosso, storia di una famiglia cinese portata al cinema da Zhāng Yìmóu.
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questa è ⓟolpette — la vanzletter n°71
Долоо хоногийн махны бөмбөгийг энд оруулав
non è russo: “ecco le polpette di questa settimana” è scritto in lingua mongola perché all’Ulisse Fest di Lonely Planet ho visto Massimo Zamboni parlare dei suoi viaggi in Mongolia, esperienze da cui ha tratto La macchia mongolica.
la lingua mongola è un casino: ha una trascrizione tradizionale di origine altaica (lingua che forse esiste e forse no) o comunque turca, ma con l’indipendenza del 1924 ha adottato l’alfabeto latino, per poi passare a quello cirillico per ovvie ragioni storico-politiche. il mongolo attuale somiglia esteticamente al russo ma non lo è perché non è una lingua di origine slava. insomma, una roba apparentemente semplice ma in realtà complessa. oggi i mongoli si sentono linguisticamente colonizzati dalla Cina.
la tua razione settimanale di polpette, come da disposizioni vigenti della Protezione Civile:
– ancora una volta, SARS-CoV2: prevenzione e controllo – secondo studio della settimana: 2 metri non bastano sempre – due buone abitudini antivirali quotidiane: i lavaggi nasali e il collutorio – mascherine ai bambini: consigli utili dal NYT – ma Trump può vincere ancora? cosa è successo nel 2000 – e Biden? il punto non è se Biden può vincere, ma di quanto e dove – siamo tornati in Portogallo e qui c’è l’azulejopedia – vuoi andare anche tu in Portogallo? consiglio: vacci, e fai questo – come ricordare le cose: il memory palace e la tecnica dei loci – dalla Finlandia: L-Cisteina per il doposbornia – asterisco, schwa o 3? quale usare per la forma neutra? – Michele Prencipe: Non siamo in casa – George Romero ha scritto un romanzo sui zombi – i Syllabus di Morozov ora anche in italiano – Xavi Bou: fotografia di uccelli in movimento – ti racconto cosa ho letto questa estate? dai, sì. – il prodottino della settimana è diseducativo quindi non leggerlo – l’album jazz della settimana: Trident di McCoy Tyner
secondo studio SARS2 della settimana; 2 metri non bastano sempre
la regola dei 2 metri di distanza è basata su studi novecenteschi, ma è dimostrato che il range di diffusione dello starnuto umano arriva fino a 7-8 metri. poi c’è la nuvola che si forma attorno, insomma, per quanto voglia bene ai miei amici musicisti, a un concerto in un club oggi non andrei (e a novembre peggio mi sento). all’aperto tutto ok.
due buone abitudini antivirali quotidiane: i lavaggi nasali e il collutorio
sul fatto che il lavaggio nasale con soluzione isotonica salina sia una buona abitudine potresti anche credermi sulla fiducia, in passato ho anche pubblicato un articolo che ne sosteneva la funzione di prevenzione dalle infezioni del tratto respiratorio.
non è facilissimo per un bambino abituarsi alla mascherina: il NTY dà un po’ di consigli su come gestire la questione: alternative per gli elastici fastidiosi, strategie per farle indossare, come profumarle in modo gradevole. oli essenziali, good ideas.
ma Trump può vincere ancora? cosa è successo nel 2000
certo che sì: il processo elettorale USA ha talmente tanti fattori in gioco che nessuno è in grado di escluderlo, nemmeno con sondaggi molto favorevoli a Biden. inoltre The D ha il rigore morale di uno scarabeo stercorario e dei trucchi nella manica (comanda le poste e quest’anno si vota per posta, figurati).
per capire meglio (e per i fanatici) c’è questo favoloso pezzo di The Atlantic sul mitico recount dei voti del 2000 tra Bush e Gore, con interviste ai protagonisti e un’analisi dell’accaduto davvero esauriente (direi entusiasmante, se non suonasse troppo nerd).
e Biden? il punto non è SE Biden può vincere
ma se Biden possa vincere di ABBASTANZA da battere tutto quello che gli gioca contro (gli stati chiave, i collegi elettorali, i suburbs del Midwest, la propaganda social, gli ads, l’esclusione, l’astensione, magheggi con i voti per posta). spiegato meglio qui
siamo tornati in Portogallo e qui c’è l’azulejopedia
se poi vuoi andare in Portogallo, vacci, e fai questo
le città sono splendide e l’oceano imponente, ma molti vedono solo quelli e si perdono l’entroterra: ecco i migliori itinerari in auto da seguire in Portogallo (alcuni sono fattibili anche in treno). almeno una volta il Douro va fatto, perché sembra una via di mezzo tra le Langhe e il Mekong.
come ricordare le cose: il memory palace e la tecnica dei loci
se dicessi che ricordare le cose non è esattamente la mia specialità non farei torto alla verità. ci sono però tecniche che consentono di migliorare la memoria grazie alle associazioni: una di queste è il Palazzo della Memoria, che associa a ogni oggetto un’immagine nello spazio. è detta anche Tecnica dei Loci (qui in ITA su wikipedia).
combattere il doposbornia con L-Cisteina
ok, le cure per il doposbornia rientrano quasi sempre nella categoria dei rimedi della nonna, però questo viene dall’università di un paese in cui di bere troppo se ne intendono. insomma: la L-cisteina è un amminoacido che ridurrebbe sia i sintomi dell’hangover che il bisogno di bere ancora il giorno dopo (e addirittura i rischi di dipendenza). si trova su Amazon a pochi euri: magari utile da tenere in casa? (meglio se assunta insieme a un multivitaminico).
asterisco, schwa o 3? quale usare per la forma neutra?
quello della forma neutra per non fare discriminazioni tra maschile e femminile è un problema che in Italia, poco sensibili alle questioni di genere, sentiamo poco, ma è davvero venuta l’ora di smettere di usare il maschile per tutto.
io in questa NL uso o direttamente il femminile, o ironicamente la doppia vocale (ei / ao) ma ci sono modi più ufficiali di farlo. l’uso giornalistico anglosassone più frequente è usare direttamente il femminile, e chi ne sa di linguistica conosce la vocale centrale media schwa (che Wikipedia italianizza in Scevà che si scrive così → ə e si pronuncia a metà strada tra A ed E, come nell’inglese əpart o dinnər.
visto che andare a digitare tutte le volte ə è complicato, Gianluca Diegoli usa il simbolo più simile che si trova sulla tastiera, cioè il 3. che mi sembra un buon compromesso. “se siet3 mai stat3“. io però mi sa che resto sul femminile di default.
il Syllabus è un complesso archivio di articoli messo insieme dal massmediologo bielorusso Evgenij Morozov, che ogni settimana sforna una imponente mole di link a articoli (di solito lunghi e tecnici) in tutte le lingue, selezionati da gente competente tra cui un cyberflaneur invitato volta per volta. è una mole di risorse che fa tremare i polsi solo a riceverne la newsletter. ora c’è anche in lingua italiana così da togliermi l’ultimo alibi che avevo per non aver voglia di leggerlo.
questa estate ho letto abbastanza: sempre meno di quanto vorrei ma comunque più del solito. (“abbastanza“, che avverbio vago: abbastanza rispetto a cosa?) cmq ecco cosa ho letto (trovi tutto sul mio Goodreads), magari te ne parlo un po’ nei prossimi numeri.
il prodottino della settimana è diseducativo quindi non leggere qui sotto
ma siccome io ogni tanto svapo, iStick25, versione più recente della classica iStick di Eleaf è una bella evoluzione. parecchio potente (fino a 85W, nella confezione due coil e serbatoio da 5ml incluso) è un po’ ingombrante e non adatta a chi vuole discrezione. se non altro c’è anche full black che dà meno nell’👁️
l’album jazz della settimana: Trident di McCoy Tyner
mi sono reso conto che per fare sta cosa fatta bene dovrei progettarla, strutturarla, introdurre ogni album secondo la storia del Jazz di Arrigo Polillo, tutta roba che non sono pagato per fare. quindi ho deciso che ti becchi album che mi piacciono a caso, senza un perché. citando Boris: “così, debbotta, senza senso“.
il debbotta della settimana è Trident di McCoy Tyner, storico pianista del quartetto di Coltrane, morto qualche anno fa (Tyner, non Coltrane. Coltrane è morto nel ’67, e un giorno ne parleremo).https://open.spotify.com/embed/album/6jEfKD7F5hybfdUyuNR9PX
voglio fare solo Reel e Storie in stile personaggio di videogame
fine. ciao. ti direi bentornata ma tanto dalle vacanze non si bentorna.
immagine della testata disegnata da olllikeballoon
la scrittura di questa newsletter avviene abitualmente in modalità carbon-free, con il 100% di energia rinnovabile e socialmente sostenibile fornita da ènostra
questa è probabilmente la cosa di cui c’è bisogno in questo momento, perché per risolvere un problema culturale bisogna prima di tutto capire in che modo si è personalmente parte del problema.
Emmanuel Chinedum Acho è un ex linebacker NFl e analista sportivo per FOX sports. ha organizzato una serie di incontri con persone bianche (nel secondo episodio ha scelto Matthew McConaughey) per discutere di come il razzismo sia nei nostri comportamenti e pensieri di ogni giorno, e di come imparare a rendersene conto e correggere quei comportamenti, che è la condizione necessaria per eliminare il razzismo dalla società.
naturalmente si parla della società multirazziale negli USA, ma questo è un percorso che in Italia non abbiamo ancora nemmeno iniziato a fare perché la nostra società non è nemmeno compiutamente multirazziale, quindi è fisiologicamente razzista.
se poi abbiamo voglia di fare un ulteriore – ma necessario – passaggio logico, possiamo cercare di capire come i processi di autocoscienza che sono messi in atto in queste conversazioni debbano essere applicati anche al divario tra privilegio maschile e femminile che è, quello sì, presente nella società italiana, e di cui siamo tutti, personalmente corresponsabili.
non è sufficiente dichiararsi non razzisti o non maschilisti, anzi farlo è parte del problema perché ci permette di autoassolverci e non mettere in discussione i nostri pensieri e comportamenti quotidiani: abbiamo invece il dovere di fare lo sforzo di accettare la nostra costante responsabilità nel perpetuare le disuguaglianze. ma è una cosa scomoda e sgradevole da fare, e preferiamo restare nella comfort zone, rifiutando ogni nostro coinvolgimento.
Gianluca su Digital Update fa un punto sulla formazione in azienda nell’era post-Covid su cui stavo lavorando anch’io. Mi accodo con un paio di considerazioni che ho fatto nelle docenze a distanza di questi mesi.
Premessa: ragionare in termini di “post-Covid” è sbagliato. Ora che abbiamo sperimentato la minaccia delle zoonosi non possiamo più fingere che non possa succedere di nuovo.
This is the new normal, e dobbiamo starci.
A noi la scelta, dice Gianluca, se adeguarci allo scenario tragicomico di aule con mascherine e disinfettanti, o se rendere più fluida la formazione, liberandola dei pesi e delle sovrastrutture che le abbiamo imposto semplicemente perché potevamo.
Le lezioni generiche – il “corso online di base” – in cui il docente recita per 4 ore (d’ora in poi vogliamo spezzare in sessioni di 2 ore?) la litania del suo Powerpoint per una classe indifferenziata perdono senso, se mai l’hanno avuto. I tutorial tipo “Come si apre un profilo Instagram” (ma in generale la gran parte delle nozioni tecniche di un corso) basta registrarli una volta e metterli a disposizione come nozioni di base.
Ogni lezione dovrebbe essere progettata sui bisogni e gli obiettivi della classe (tutor: fateceli sapere prima!) e gestita in modo interlocutorio, tanto da diventare più un mix fluido di nozioni e di consulenze ai singoli.
Ho notato che il momento in cui le mie lezioni si trasformano in consulenza uno a uno a cui partecipano tutti arriva sempre prima. Se il settore è omogeneo tutti hanno da imparare dalle domande degli altri – anche a lezione terminata.
La formazione diventa quindi sia un processo che comprende un trasferimento delle nozioni di base e consulenze interattive, che un luogo in cui proseguire una specie di autoformazione di gruppo con discussioni, scambi di appunti, risorse, suggestioni.
Ogni corso dovrebbe (già adesso) avere un gruppo di discussione in cui discutere e approfondire tra studenti e con i docenti quanto imparato, postare nuove idee, trovare i materiali (per esempio le nozioni di base) e le risorse citate durante il corso.
Gianluca dice Telegram o Slack. Conoscendo l’effetto che fa Slack al profano, io direi più Basecamp (se il corso ha un progetto complesso da realizzare, magari Trello) ma al limite anche solo ungruppo Facebook, che ok farà anche schifo a tutti ma non ha curva di apprendimento.
Questo dà l’opportunità di praticare pubblicamente quanto imparato (nel mio caso a gestire collettivamente un profilo Facebook/Instagram, un blog, newsletter o e-commerce) coordinando i contenuti in un piano editoriale su Google Docs. Fare è molto più utile di vedere, e a distanza è persino più facile che in aula.
Per quanto riguarda noi docenti, per sopperire alla pesantezza della distanza dobbiamo imparare a fare lezioni più coinvolgenti, superando le slide statiche con contenuti più dinamici, animazioni e screencast; usare app di streaming che non ci costringano a scegliere se mostrare noi o la slide, e che ci permettano di vedere in faccia i corsisti (leggere la classe è importante) che è parte del successo di Zoom.
Per quanto riguarda i momenti di interazione informali con il docente che cita Gianluca, la pausa sigaretta o il pranzo con la classe di solito permettono di approfondire temi laterali e di settore (di solito finisco per imparare più io di loro), e quelli sono un’esperienza fisica che è difficile emulare. Per i corsi pomeridiani può essere un’idea organizzare a seguire – anche informalmente – un aperitivo davanti alla webcam, ma questo no, ahimè questo non sarà mai la stessa cosa :(
(La questione della verifica della frequenza la lascio alle scuole di formazione e all’amministrazione pubblica, ma mi è già capitato di sperimentare la verifica dell’identità via webcam sia in aula che in streaming, quindi direi che non ci sono problemi).
ho preso i primi tre film candidati agli oscar di ogni anno dal 1940 a oggi e ho fatto la media dei loro voti su Imdb e Rotten Tomatoes.
ne è uscito un quadro, che trovo moderatamente interessante, di come il pubblico ha giudicato il cinema hollywoodiano nominato agli Oscar nei decenni.
i titoli dei film sono linkati alla scheda su JustWatch così scopri con un click dove puoi vederli
I 5 film più votati per ogni decennio
1940s Casablanca (1943) – (9,2) Citizen Kane (1941) – (Quarto potere) – (9,15) The Treasure of the Sierra Madre (1948) – (Il tesoro della Sierra Madre) – (9,1) The Heiress (1949) – (L’ereditiera) – (9,1) Rebecca (1940) – (Rebecca – La prima moglie) – (9,05)
In questo periodo in cui quasi tutti lavoriamo da casa, mi capita spesso di vedere registrazioni di conference call in cui i partecipanti non hanno dedicato tempo a preparare un setup adeguato per la loro videochiamata, a progettare la propria immagine e l’inquadratura, insomma a dare un aspetto professionale al loro feed video, che andrà sugli schermi di persone piuttosto importanti: colleghi, spettatori, clienti, capi.
Persone che si faranno un’idea di chi parla in base a ciò che vedranno sul video, e saranno distratte se sullo schermo compariranno elementi inutili.
Io lavoro a casa da tempo, faccio formazione sia a distanza che in classe, e da tempo ho dovuto ragionare su “come è opportuno che mi presenti, cosa è bene che sia inquadrato dalla telecamera, e in che modo“, anche perché insegnando scopri molto presto che qualunque elemento estraneo, anomalo – o ancora peggio, in movimento – che entri in scena distrae i partecipanti, e se avviene in un feed video, quindi a distanza, spesso li sconcerta. Se ti sembra una preoccupazione eccessiva, ti garantisco che non lo è.
Magari questa esperienza può servire a qualcun altro, in un periodo in cui molti di noi che non ci sono abituati sono costretti a misurarsi con il video dal vivo, e a doversi occupare dell’immagine pubblica che ne esce.
Parleremo di tre temi principali, declinati su due casi: laconference call/webinar/tavola rotonda a più vociin cui tutti i partecipanti appaiono in video e possono parlare, e la presentazione/docenza, in cui il relatore è il protagonista dell’evento.
Gli argomenti trattati valgono in entrambi i casi, ma con alcune differenze, e sono, come anticipavo, tre:
1. la PREPARAZIONE di una postazione corretta per il video a distanza (il software da usare, la posizione della videocamera e del soggetto, l’inquadratura, l’illuminazione naturale, lo sfondo)
2. l’ATTREZZATURA adeguata per un risultato accettabile (la videocamera, il microfono, gli auricolari, i monitor esterni)
3. le MODALITA’ DI PRESENTAZIONE (le posizioni corrette e il movimento del corpo e delle mani, tempi e durata dell’intervento nelle confcall aziendali)
Non ti parlo dei software di videoconferenza e delle differenze perché di solito sono scelti e imposti dall’organizzazione. Se ti capita di fare il docente o il relatore dovresti conoscere almeno i tre principali: Google Meet, Microsoft Teams e Zoom.
Qui ci concentriamo sugli aspetti che puoi controllare come relatore che partecipa a un evento online.
Se hai dubbi o integrazioni da suggerire al post puoi usare i commenti al post, o scrivermi a vanz@vanz.it
1. La PREPARAZIONE
L’idea di affrontare una presentazione o una lezione in cui si è il docente o il relatore principale senza avere una scaletta è, se lo chiedi a me, una follia.
È quindi necessario avere una presentazione nell’app che si usa abitualmente (Powerpoint su Windows o Keynote su MacOS, ma c’è anche Google Slides) le cui slide di solito saranno visibili anche ai partecipanti nell’app di streaming.
La presentazione deve essere visibile prima di tutto a noi, e queste applicazioni consentono di configurare l’interfaccia per il relatore scegliendo cosa apparirà nel suo display: la slide in proiezione, l’anticipazione della successiva, le note del relatore, il tempo trascorso.
Questo significa che oltre a uno schermo principale in cui appare la finestra dell’app di videocall, dovremo probabilmente avere un monitor esterno: ne parliamo sotto al punto 2, dedicato all’Attrezzatura.
La scaletta Se non hai delle slide, ti servirà almeno una scaletta da seguire, in forma di punti visibili soltanto a te. Ci sono delle app che fanno da gobbo digitale, cioè fanno scorrere i talking point su uno sfondo nero. È la modalità che usano politici e relatori professionali per i discorsi lunghi.
Le trovi cercando teleprompter (for Mac or Windows). Per esempio, Cue prompter funziona in un normale browser (occhio che vanno fatte delle prove per regolare la velocità con cui scorrono le scritte).
La posizione della videocamera La prima cosa da decidere in qualunque ripresa video è dove mettere la macchina da presa: nel nostro caso, la posizione della webcam o della videocamera esterna. Sembra una domanda stupida, e invece non lo è.
Se dai per scontato che farai lo streaming video nella posizione in cui lavori, cioè seduto comodo e ingobbito davanti al PC, io e te dobbiamo fare due chiacchiere. Le facciamo compiutamente sotto, al punto 3.
Per ora fidati di me se ti dico che, sia che usi una videocamera esterna (punto 2, Attrezzatura) o la webcam del portatile, la posizionerai all’altezza degli occhi, così da poterti inquadrare dritto negli occhi anche se eventualmente fossi in piedi, magari inclinandola leggermente.
Quindi il portatile lo appoggerei su una pila di libri, o di scatole impilate sulla scrivania.
La posizione dell’illuminazione È un’altra faccenda di cui di solito ci disinteressiamo completamente, finendo per fare la call illuminati a malapena dal bagliore bluastro e spettrale del monitor o, pure peggio, in controluce con la finestra alle spalle.
Lasciando da parte l’illuminazione professionale da studio fotografico che non è tema per questo post, l’accortezza minima è quella di mettere la fonte di illuminazione principale (che sia la finestra o una lampada) dietro la camera, oppure di tre quarti.
Se di tre quarti, l’ideale è avere una superficie riflettente sul lato opposto: una parete bianca, o un pannello riflettente per fotografi (che trovi sui siti di e-commerce a partire da 9-10€)
Lo sfondo È un altro tema di cui non ci curiamo mai, nonostante sia probabilmente il più facile su cui lavorare. Non è affatto raro vedere trasmissioni TV con budget milionari che presentano dirette streaming dalle case di ospiti esterni in qualità video orribile, con gli intervistati orgogliosamente seduti davanti alla Billy Ikea piena di soprammobili francamente discutibili.
Ecco, le confcall che vedo in questi giorni sono così: tutti seduti davanti alle librerie di casa, e questo è sbagliato, per almeno due ragioni:
A) a nessuno frega di che libri esibisci in libreria, e i souvenir fanno tanto tinello di Fantozzi B) gli oggetti estranei DISTRAGGONO CHI TI SEGUE
Se c’è una cosa che vorrei ti passasse di questo post è che nel video a distanza devi fare DI TUTTO perché le persone non siano distratte. Da elementi estranei, da problemi video, audio, di immagine.
E poiché le persone CERCANO istintivamente la distrazione, l’unico modo è non lasciare nulla su cui si possa concentrare la loro attenzione, se non la tua faccia che parla (non troppo vicina alla videocamera, che è un po’ inquietante).
Quindi,è assolutamente determinante uno sfondo NEUTRO: se non hai una parete vuota, vuotala. Se ci sono quadri sulla parete, toglili. Se ci sono oggetti come prese elettriche, coprile. Se non hai una parete, usa una superficie uniforme come un armadio. Se non hai una soluzione possibile, considera di comprare uno sfondo da studio fotografico, detto anche limbo, del colore di tua scelta.
In alternativa, se non temi l’effetto kitsch, con MicrosoftTeams, con Skype e con Zoom (solo su un computer abbastanza potente) puoi usare gli effetti di background inclusi nel software.
L’inquadratura Anche qui, il faccione di te seduto davanti al notebook, con il grandangolo della webcam che ti deforma, non è il massimo.
Il primo e primissimo piano li eviterei, perché le facce vicine all’obiettivo sono abbastanza inquietanti (non è che siete brutti: siete solo troppo vicini).
Il mio consiglio per una presentazione o una docenza è di farla IN PIEDI (esiste un’alternativa allo stare in piedi, nell’insegnamento?), inquadrato a mezzobusto (circa un metro/metro e mezzo, a seconda del tipo di obiettivo).
L’abbigliamento C’è bisogno che lo dica, che il tutone di felpa no? Ma anche la felpa con le scritte. In generale, anche qui l’obiettivo è evitare distrazioni. Mettiti la cosa più semplice che indossi di solito (una camicia a tinta unita, un pullover girocollo, una giacca; per me è una t-shirt nera) ma evita elementi, particolari o colori che possano distrarre chi ti guarda.
L’attenzione del pubblico è un elemento fragile già dal vivo: in video è un filo sottilissimo che bisogna evitare di spezzare a qualunque costo.
2. L’ATTREZZATURA
La videocamera sarà la webcam del tuo computer, immagino, ma se per te è particolarmente importante la resa, e in generale se sei una persona precisa e attenta al particolare, ti consiglio di comprare a poche decine di euro una videocamera esterna che spesso ha anche microfoni integrati. (qui trovi i modelli che ho selezionato per me).
Per un risultato più professionale, magari con l’idea di registrare l’intervento e montarlo successivamente, c’è l’opportunità di usare una seconda videocamera, posizionata di tre quarti rispetto alla prima.
Questo prevede la presenza di un mixer video, una doppia registrazione dello streaming, una successiva post-produzione con l’inserimento di titoli in grafica digitale, tutti temi di cui non ci occupiamo qui oggi, ma è una possibilità da tenere presente che richiede più risorse e preparazione, oltre a un montaggio competente.
Il microfono Eh anche qui magari non ci avevi mai pensato ma, dalle confcall che vedi in giro, ti pare che la qualità media dell’audio sia dignitosa? Ecco, no.
Avere un buon microfono, e ancora di più unbuon microfono vicino alla bocca è un elemento molto importante per la qualità del risultato finale.
Dando per scontato che quello integrato al notebook sia insufficiente, consideriamo tre tipi di microfoni:
il microfono da tavolo da videoconferenza che si usa quando più persone sono sedute attorno allo stesso computer (non è il nostro caso)
il microfono da tavolo individuale, che si usa quando una sola persona è seduta davanti al computer
il microfono da indossare, il cosiddetto lavalier da agganciare alla camicia
un microfono integrato nella cuffia o negli auricolari, se li indossiamo.
Gli auricolari La mia opinione è che fare le confcall con gli auricolari a filo bianchi dell‘iPhone sia una cafonata, e i microfoni sul filo degli auricolari tendono a raccogliere e amplificare qualunque suono ambientale nella stanza e anche fuori (cani, auto, qualunque suono) quindi per me è un no.
Meglio invece le cuffie da videoconferenza (o da gaming) con un microfono posizionato proprio davanti alla bocca, che sono decisamente più funzionali, per quanto di solito anche molto brutte.
Se proprio devi usare gli auricolari perché la cuffia ti fa schifo (ti capisco), almeno usa quelli bluetooth che riesci a nascondere meglio sotto ai capelli, ma se possibile sempre con un microfono esterno.
I monitor esterni Abbiamo detto all’inizio che se dobbiamo fare una lezione o una presentazione che preveda delle slide, è necessario un monitor esterno.
Lo schermo del notebook ci servirà per tenere d’occhio gli spettatori, mentre sul monitor esterno potremo controllare quale slide è in trasmissione in quel momento, leggere le note e/o la scaletta, e vedere l’anteprima della slide successiva.
C’è addirittura chi usa due monitor esterni, per separare il gobbo dalle slide: è questione di abitudini (chiaro che per ogni monitor serve un’uscita HDMI o SVGA o VGA o quello che hai sul PC o portatile).
Il telecomando Lo so che ti sembra già tanto per una semplice presentazione, ma se mi hai dato ascolto e stai presentando in piedi, come fai a fare avanzare le slide? Ti serve un telecomando per cambiare slide su Powerpoint o Keynote.
Io ho preso questo ma ce n’è di tutti i tipi. Tieni conto che il telecomando occupa una porta USB: se a questo punto cominci a essere a corto di porte USB (microfono, tastiera, mouse, telecomando… potrebbe servirti un hub usb).
2. LE MODALITA’ DI PRESENTAZIONE
I tempi di intervento Qui c’è un discorso delicato da fare, che differisce in base al tipo di intervento:
Se l’evento è una lezione, ovvio che la quasi totalità del tempo, salvo eventuali domande e chiarimenti, sarà dedicata a noi in quanto docenti.
Se si tratta di una presentazione, è opportuno prevedere un Q&A alla fine, e una durata dell’intervento che sia adeguata al contenuto, magari tenendo presente che il margine di attenzione in media difficilmente supera i 15-20 minuti (ma dipende da contesto, tipo di pubblico, settore).
Se stiamo partecipando a una conference call o a una tavola rotonda con più relatori mi parrebbe il caso di tenere presente che, salvo dissertazioni scientifiche o tavole rotonde sulla filosofia tedesca, parlare per più di 3 minuti di seguito è, per quanto mi riguarda, indice di scarso rispetto per gli altri relatori, oltre a un modo quasi certo di far distrarre le persone. La televisione lo sa molto bene.
Negli eventi corali nessuno ama i lunghi monologhi, e ogni volta che parliamo a lungo nelle conference call e nelle riunioni stiamo sprecando ancheil tempo di tutti i nostri colleghi, quindi stiamo attivamente danneggiando la produttività dell’azienda per soddisfare il nostro egocentrismo.
In 3 minuti si può spiegare la relatività semplice di Einstein: tutto il resto nelle maggior parte dei casi è narcisismo. Organizzare il pensiero ed essere succinti è un dovere civico e professionale.
È inoltre mia convinzione – che quasi sempre suscita indignazione quando lo dico alle aziende – che per evitare gli inevitabili sprechi di tempo che si verificano quando le persone stanno comodamente in posizione seduta, le riunioni dovrebbero effettuarsi in piedi (e senza smartphone). Quindi perché non anche le confcall?
Nella maggioranza dei casi non c’è ragione per cui una riunione operativa gestita in modo efficiente da un meeting manager duri oltre i 15-20′, un lasso di tempo che è buona norma trascorrere in piedi almeno due volte al giorno.
E così dovrebbero svolgersi una docenza o una presentazione: con il relatore in piedi, in posizione frontale alla telecamera (o alla classe) per tutta la durata dell’intervento. Se insegnare e raccontare ti appassiona, secondo me non riesci a farlo da seduto.
Il movimento e le mani Ricapitolando: siamo in piedi, in posizione frontale a 1-2 metri dalla telecamera posizionata ad altezza degli occhi, con dietro uno sfondo neutro, vestiti in modo da non distrarre: ora finalmente possiamo dire tutte le cose che abbiamo da dire.
L’unico modo che ci resta per rovinare tutto è muoverci in modo fastidioso (avvicinarci e allontanarci, dondolarci, oscillare, passeggiare continuamente, cosa di cui ammetto di essere colpevole, e su cui devo lavorare).
L’attitudine corretta per risultare incisivi senza distrarre lo spettatore è quella di stare fermi, ben piantati sui piedi, gesticolando moderatamente solo per accentuare e sottolineare i concetti e i passaggi più importanti, alternando i movimenti delle mani (destra/sinistra, alto/basso, dentro/fuori, movimenti circolari per dare un senso di inclusione).
Un esempio di gestualità che accompagna il discorso manipolando, accarezzando, pizzicando le parole è quello di Alexandra Ocasio-Cortez che, chiaramente, ha studiato a lungo il public speaking (se parli in pubblico ti consiglio di vedere lo spezzone di video linkato).
E ora, dotati delle migliori attrezzature, delle pratiche corrette e dell’attitudine migliore, resta soltanto da preoccuparsi della parte più importante: i contenuti :)
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