Quando google autocompleta la coscienza collettiva

sulla falsariga di questa bella campagna adv dell’United Nations Entity for Gender Equality and the Empowerment of Women, è interessante – o perlomeno curioso – fare un esperimento con il completamento automatico di google per vedere quale immagine del paese riflette rispetto alla percezione delle cosiddette minoranze – o forse sarebbe più corretto parlare di categorie culturalmente discriminate (premettendo che la selezione mette insieme realtà sociali del tutto diverse, e l’aggregazione è basata solo ed esclusivamente sui pregiudizi più comuni).

poiché nel database delle frasi proposte dal completamento automatico rientrano sia le frasi ricercate più spesso sul motore che le frasi più comuni che google trova sui siti web, dare per scontato che i risultati del completamento automatico siano esattamente rappresentativi della media del sentire italiano sarebbe forse una conclusione stiracchiata (anche perché spesso queste frasi sono digitate con intento interrogativo più come affermazione).

pur tenendo presente ciò, il colpo d’occhio non è comunque il massimo del gradevole.

 

 

a occhio, comunisti e ebrei in Italia se la passano molto meglio di omosessuali, rom e donne.

se ci sono delle conclusioni che si possono trarre, mi pare siano piuttosto evidenti (e mi pare che le uniche obiezioni che si possono fare siano sul metodo).

altra obiezione possibile: inserire i comunisti e non i fascisti rispecchia un approccio ideologico e significa dare per scontato che i comunisti siano discriminati e i fascisti no.

 

infatti: i fascisti no.

 

fascisti