Connections, o del perché l’amore romantico nasce con una Glaciazione

Credo mi sia già capitato di scrivere che chiunque sia interessato, per curiosità personale o per lavoro, alla storia delle tecnologie e alla loro influenza sulla società, dovrebbe leggere Connections di James Burke – e troverebbe grande piacere a farlo.

Connections – di cui esiste anche un’appassionante serie TV – è un saggio che esplora la storia della tecnologia con una forte connotazione sociale, evidenziando gli elementi, gli eventi e le casualità che hanno dato origine alle scoperte scientifiche e tecnologiche, e gli effetti che tali scoperte hanno avuto sulla società umana.

Le Connessioni del titolo fanno riferimento al fatto che quasi mai un’invenzione nasce magicamente nella testa di qualcuno, ma ogni nuova tecnologia è il prodotto di un processo intellettuale e sociale, del lavoro di diverse persone, di intuizioni che si verificano spesso contemporaneamente in diversi paesi.

Un passaggio che ho letto oggi illustra bene, mi pare, la capacità del libro di mettere in relazione cause e effetti, connettere piani diversi, trarre i famosi collegamenti interdisciplinari che la scuola ha tanto cercato di stimolare in noi.

 

Verso la fine del Medioevo il sistema della casa padronale si era diffuso in gran parte dell’Europa, perché rispondeva all’esigenza di mettere insieme risorse e competenze diverse.

La casa padronale era riscaldata da un’unica fonte centrale di calore, spesso un fuoco in corrispondenza di un foro nel tetto. Erano case di un solo piano e con una grande stanza centrale in cui si svolgevano quasi tutte le attività: era necessario vivere insieme in open space, padroni e servi, per sfruttare al massimo l’unica fonte di calore.

Erano tempi meteorologicamente miti: le temperature medie erano di diversi gradi più alte di quelle odierne, ma attorno al 1050 iniziò un periodi di inverni rigidi che culminò nella cosiddetta “Piccola era glaciale“, che sarebbe durata un paio di secoli. Una sola fonte di calore centrale non era più sufficiente per far fronte all’abbassamento delle temperature invernali, e le grandi stanze erano più difficili e richiedevano più tempo per essere riscaldate.

L’invenzione, per necessità, del camino mutò la conformazione della casa, che divenne in muratura (e non più in legno) per questioni di isolamento. Muratura e camini resero la struttura più robusta, consentendone la suddivisione in stanze, nelle quali ora i singoli nuclei famigliari (a partire dai più ricchi) potevano ritirarsi a dormire, il che diede inizio alla separazione fisica delle classi sociali anche all’interno della casa.

In stanze più calde, l’abitudine di fare il bagno divenne più comune, il lavoro di scrittura poté proseguire anche in inverno visto che ora l’inchiostro non gelava più nei calamai, e la nuova privacy guadagnata cambiò anche le abitudini sessuali: fare l’amore divenne un’attività personale, privata (prima avveniva in spazi comuni) e in cui era possibile dedicare più attenzione e tempo al partner.

Se la poesia d’amore era nata durante i lunghi periodi di astinenza delle Crociate, il romanticismo e la pratica del corteggiamento, il rapporto come espressione di affettività oltre che di sessualità, nasce nel Medioevo grazie alla privacy garantita dalle stanze private, rese possibili dall’invenzione del camino, resa necessaria dalla Piccola Era Glaciale.

 

medieval sex

 

dragon in the bedroom
(conception of Alexander the Great)
‘Talbot Shrewsbury book’, Rouen 1444-1445.
BL, Royal 15 E VI, fol. 6r

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